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+ 39 011.5220403 Piazza S. Giovanni 2, 10122 Torino sabap-to@cultura.gov.it sabap-to@pec.cultura.gov.it
Due sezioni del convegno sono dedicate ai tessuti archeologici.
Una è consacrata ai tessili della valle del Nilo: S#194-195 IN TEXTILE LAYERS. Wrapped human remains, animals and artefacts in the Nile Valley from Prehistory to the Early Medieval period. Questa sezione sarà coordinata da Luise Ørsted Brandt, Ass. Prof. in Archaeological Science, Università di Copenhagen, The Globe Institute, specializzata nell’analisi del DNA e delle proteine antiche, Elsa Yvanez, egittologa, specialista di tessuti dell’antico Egitto e del Sudan (Marie Sklodowska Curie fellow, TexMeroe project), e Matilde Borla, funzionario egittologo della SABAP-TO, specialista di tessuti dell’antico Egitto. Saranno presentati 19 contributi che sono rivolti all’approccio metodologico, di natura interdisciplinare, per lo studio dei tessili archeologici, al restauro, all’impatto economico e al significato rituale di abiti, bende e tessuti che hanno vestito gli antichi abitanti della Valle del Nilo e che avvolgono ancora oggi le loro mummie umane e animali e alcuni manufatti. Tre contributi vertono su reperti del Museo Egizio di Torino i cui restauri sono stati condotti al CCR “La Venaria Reale”. Uno riguarda la cosiddetta “mummia vestita” del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, attualmente esposta al Museo Egizio in occasione della mostra “Lo sguardo dell’antropologo.
Questa sezione si svolgerà il 26/08/2020 (14:00-18:00) e il 27/08/2020 (09:00-13:00)
L’altra sessione S#441 si intitola WEAVING MOBILITY. Movement of People, tools and techniques in the textile archeology of the Ancient Mediterranean ed è coordinata da Bela Dimova (British School at Athens), Francesco Meo (Università del Salento) e Alessandro Quercia, funzionario archeologo della SABAP-TO. Si articola in 7 contributi da parte di specialisti nell’archeologia della tessitura provenienti da diverse realtà accademiche europee ed extraeuropee e si propone di sviluppare il tema della mobilità nelle sue varie accezioni (mobilità di persone, utensili, idee e tecnologie) nel Mediterraneo antico, area di intensi contatti culturali, scambi commerciali e interazioni sociali sin dalla Preistoria.
Questa sezione si svolgerà il 27/08/2020 (14:00-18:00).
a. ricognizione e censimento del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale;
b. catalogazione del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale;
c. manutenzione del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale;
d. restauro del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale;
e. valorizzazione del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale.
pubblicato sul sito MiBACT il 9 Giugno 2020
Bando (documento in formato pdf, peso 3289 Kb, data ultimo aggiornamento: 09 giugno 2020)
Allegato 1: Dichiarazione sostitutiva (documento in formato doc, peso 15 Kb, data ultimo aggiornamento: 09 giugno 2020)
PROSEGUONO I RESTAURI DEL PRONAO DELLA REAL CHIESA DI SAN FILIPPO A TORINO
Volge verso il termine il cantiere di restauro dell’apparato decorativo della facciata principale e del pronao della Real Chiesa di San Filippo Neri a Torino.
I lavori sono stati eseguiti con finanziamento ministeriale di cui al Decreto ministeriale 28/01/2016, programma triennale 2016-2018 dei lavori pubblici finanziato con risorse derivanti dall’art.1, IX comma, Legge 190/2014.
La costruzione della chiesa di San Filippo Neri ebbe inizio nel 1675 su progetto di Antonio Bettini.
Dal 1679 Guarino Guarini fu attivo nella fabbrica. Gli succedette, alla sua morte, Michelangelo Garove.
Nel 1714 la cupola posta tra transetto e navata centrale crollo’, provocando consistenti danni all’intero edificio. L’incarico per la ricostruzione fu affidato a Filippo Juvarra, primo architetto di corte a Torino. I lavori ebbero inizio nel 1732. Il cantiere prevedeva la realizzazione di un edificio a navata unica con cappelle laterali, sviluppandosi dalla facciata e dal pronao in direzione dell’abside. Nel 1733 fu edificato il colonnato che separa il nartece dall’antistante sagrato. Lo scultore carrarese Giovanni di Isidoro Baratta fu incaricato di scolpire le decorazioni a tutto tondo collocate sotto i davanzali delle edicole laterali e i due medaglioni tondi soprastanti le porte di ingresso laterali alla chiesa.
Nel 1735 Juvarra partì per Madrid lasciando la facciata non conclusa. Solo nel 1823 fu affidato a Giuseppe Maria Talucchi l’incarico di completare la fabbrica. Il pronao era coperto da una tettoia e con le colonne prive di capitelli.
Per ciò che concerneva l’impianto architettonico, Talucchi ripropose un disegno di facciata fedele a quello di Juvarra, mentre l’apparato decorativo scultoreo fu modificato.
Nel 1854 fu collocata la cancellata in ferro posta tra le colonne della facciata.
Il cantiere di restauro è consistito principalmente nella pulitura dai depositi superficiali, di sporco, guano, attacco biotico, delle parti lapidee, degli stucchi e degli intonaci. Le parti sono state preventivamente consolidate, laddove risultava necessario. Strati sovrammessi non congruenti sono stati rimossi.
L’edificio sorge in pieno centro cittadino e le superfici sono interessate da depositi principalmente connessi all’inquinamento ambientale.
Sono state effettuate operazioni di disinfestazione e successiva applicazione di prodotto biocida.
La cancellata, oggetto di ripetuti interventi manutentivi, è stata sottoposta ad interventi di brossaura e rimozione di strati incongrui al fine di restituire agli elementi in ferro le sezioni costruttive.
I serramenti lignei con vetrate legate a piombo sono stati restaurati, sia nelle parti lignee che in quelle metalliche, al fine di conservare i vetri originali. Sono state apposte barre metalliche orizzontali e verticali a rinforzare la struttura di sostegno delle lastre in vetro.
Contestualmente al cantiere ministeriale è stato realizzato il restauro, con il contributo della Compagnia di San Paolo, della tela dipinta nel 1733 da Francesco Solimena intitolata “San Filippo Neri che adora la Vergine con il bambino affidandole la protezione di Torino”. La tela restaurata è esposta alla Reggia di Venaria Reale nella mostra “Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680 – 1750 ” .
A palazzo Chiablese proseguono i restauri negli appartamenti dei duchi di Genova
È attualmente in fase di conclusione l’intervento di restauro dell’alcova della duchessa di Genova, avviato nel 2019. La sala fa parte degli appartamenti di palazzo Chiablese affacciati sulla Piazzetta Reale; occupati dalla Soprintendenza fin dal 1947, ne è in corso il recupero con il trasferimento degli uffici in altre zone del palazzo e il restauro degli apparati decorativi sette-ottocenteschi. Grazie a un finanziamento ministeriale di 200mila euro e al lavoro del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” sarà possibile restituire al pubblico uno degli ambienti danneggiati dai bombardamenti del 1943. Creata come galleria dall’architetto Benedetto Alfieri intorno al 1760 e trasformata in camera da letto in occasione delle nozze di Ferdinando di Savoia, duca di Genova, con Elisabetta di Sassonia (1850), nel dopoguerra la sala era stata oggetto di una scialbatura e di una parziale ricostruzione degli stucchi danneggiati dalle infiltrazioni di umidità. L’intervento in corso ha consentito di recuperare la decorazione sette-ottocentesca, dalle cromie degli intonaci e degli stucchi sulla volta alle cornici in legno dorato, dal “lambriggio” a fiori dipinti al camino in marmo e al “palchetto” in legno. La tappezzeria ottocentesca verrà riproposta sulla base delle foto storiche e di frammenti di tessuto ritrovati durante i lavori. Nell’alcova restaurata sarà ricollocata la preziosa scrivania realizzata dall’ebanista Pietro Piffetti per il duca del Chiablese nel 1767-1768, conservata in questa sala fin dal 1850, dispersa dopo il 1943 e recuperata nel 2018.
*Il cantiere di restauro è stato sospeso in data 10 marzo 2020 in osservanza alle disposizioni del DPCM del 9 marzo 2020 e verrà ripreso al termine dell’attuale emergenza sanitaria.
Scompariva dieci anni fa, il 16 marzo 2010, Mirella Macera, funzionario architetto della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Piemonte, straordinaria collega ed amica.
Nata ad Avezzano in Abruzzo nel 1951, si era laureata in architettura a Firenze nel 1975, avvicinandosi con passione alla disciplina del restauro. Dopo un periodo di lavoro nell’area friulana provata dal sisma, iniziava nel 1977 l’attività presso la Soprintendenza torinese, al cui interno sarebbe rimasta per i successivi 33 anni, interprete e protagonista di una straordinaria stagione di rinnovate iniziative di studio e tutela, di grandi restauri e di restituzione e musealizzazione delle Residenze Sabaude.
Incaricata fin dai primi anni della tutela della provincia di Cuneo, Mirella vi avviava iniziative importanti, di conoscenza, tutela e conservazione, ognuna improntata ad una visione rinnovata e dinamica del patrimonio culturale e supportata da una grande capacità di relazione con le realtà territoriali; fra i tanti cantieri, quelli alla Chiesa di San Francesco a Cuneo, al Duomo di Saluzzo, al Santuario di Vicoforte, all’Abbazia di san Costanzo al Monte.
Nel 1982 assumeva i primi incarichi relativi al Castello di Racconigi, di cui sarebbe divenuta Direttore dodici anni dopo ed in cui abitava, nella piccola Casina del Cacio in fondo al parco. Alla sua tenacia e passione si deve la riapertura del Castello al pubblico nel 1989, ed il recupero e restauro degli appartamenti di rappresentanza al piano nobile e di quelli minori (l’Appartamento dei Principini, quello delle Balie); alla sua capacità e creatività le molte mostre, spesso invernali, capaci di rievocare la vita, le suggestioni ed i personaggi del passato. Mirella poneva identico impegno nell’affrontare il restauro del grande parco, avvicinandosi a quella che sarebbe divenuto un tema dominante dei suoi studi e della sua attività: la conservazione e la cura dei parchi storici. L’attribuzione nel 2010 del premio di “Parco più Bello di Italia” al Parco Reale di Racconigi ne riconosceva gli eccezionali risultati e premiava la capacità di restituire una perfetta interazione tra il Parco ed il suo territorio, attraverso opere di restauro e conservazione, ma anche grazie all’inserimento di attività capaci di riportare il parco alla sua originaria vocazione di luogo di loisir e di tenuta agricola per produzioni di eccellenza.
Dagli anni ‘90 affrontava i impegnativi cantieri di restauro: quello della Reggia di Venaria Reale e quello della Sindone. L’incendio della cappella di Guarini nel 1997 le imponeva il confronto con uno temi più ardui della storia delle Soprintendenze torinesi: garantire la sopravvivenza della Cupola ferita, fino dalla prima fase emergenziale; obiettivo di grande complessità, perché era ben nota la piena e straordinaria complessità dell’architettura, su cui le fiamme avevano infierito fino ad invalidarla. Nell’ultimo decennio di vita, assumeva la responsabilità del difficile processo di riabilitazione, impostando estese attività di conoscenza e ricercando percorsi e metodi capaci di restituire resistenza alla struttura guariniana. A quest’impegno, davvero gravoso, affiancava quello a favore della Reggia di Venaria Reale ed in particolare dei giardini che riproponeva in un nuovo disegno, capace di tener conto della memoria dei giardini barocchi , ma anche delle moltissime distruzioni, ricostruzioni e perdite in un nuovo eloquente disegno di insieme. Nei giardini rinnovati inseriva opere d’arte contemporanea evocative a proporre un serrato dialogo tra le monumentali preesistenze e la nuova realtà.
I Giardini della Reggia di Venaria, oggi ripopolati e fioriti, sono la più efficace testimonianza del suo operato, sempre teso non alla sola conservazione, ma alla restituzione del patrimonio culturale all’uso, alla vita ed a nuove importanti funzioni. Ed è nella cornice dei suoi giardini che ci piace ricordarla, con un’intervista rilasciata nel 2009 che la ripropone solare, colorata e sorridente com’era. Nella certezza che rimarrà a lungo un riferimento ed un’ispirazione per chi si occupa ed appassiona alla tutela ed alla salvaguardia del nostro patrimonio.
Luisa Papotti
Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio
per la città metropolitana di Torino
Chi desidera ricordare Mirella con fotografie o brevi testi può caricare i file qui:
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Torino, 6 marzo 2020 - ore 17.30
Circolo dei Lettori, Sala Musica
Via Bogino 9 (Palazzo Graneri)
Incontro di presentazione del numero 3/2019 della Rivista trime-strale Economia della Cultura, edita da Il Mulino
GIOVEDI' 30 GENNAIO 2020 - ORE 17:00
Palazzo Chiablese - Salone degli Svizzeri
P.zza S. Giovanni 2 - Torino
Il volume ripercorre la storia della Chiesa della Ss. Trinità in Torino, dalla fondazione dell’Arciconfraternita, presentando l’opera di Ascanio Vitozzi, evidenziando la triste pagina dei danni subiti a causa della guerra e infine riportando nel dettaglio le fasi di restauro del terzo millennio.
Esso costituisce una preziosa raccolta di dati storici, fino ad oggi dispersi in molteplici archivi. Partendo dalle osservazioni condotte sulla Cupola, con l’ausilio dei dati storici e attraverso l’impiego delle più attuali tecnologie di rilievo strumentale, presenta una lettura ragionata della struttura e della geometria dell’edificio
GIOVEDI' 30 GENNAIO 2020 - ORE 16:30
SOCIETA' PIEMONTESE DI ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
Via Napione 2 - Torino
Presentazione dei Quaderni di Archeologia del Piemonte 3
MARTEDI' 14 GENNAIO 2020 - ORE 17:00 - PALAZZO CHIABLESE - SALONE DEGLI SVIZZERI
Il FAI - Piemonte e Valle d'Aosta - in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino organizza l'incontro dal titolo "IL FAI E LA SFIDA PER UN'ITALIA MIGLIORE", nell'ambito del quale sarà presentato il libro "IL PAESE PIU' BELLO DEL MONDO" di Alberto Saibene.
Con l'autore interverranno: